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Dimmi come cammini e ti dirò chi sei








La camminata non è solo un riflesso della nostra personalità, ma anche delle prospettive di vita, della longevità ed anche degli stati emotivi. La scoperta che lo stile personale della deambulazione racconti molto della salute del soggetto è al centro di numerosi studi contemporanei.

Camminare è insomma un modo per cui il nostro corpo manifesterebbe i lati del nostro carattere e dell’umore o conquisterebbe l’autostima e la padronanza di sé attraverso le percezioni e i consigli di esperti. Passeggiare in modo consapevole col controllo del respiro, può essere utile anche per connettersi all’ambiente naturale e riceverne energie positive. Il monaco Thich Nhat Hanh in un suo libro scriveva: “Quando avevi imparato da poco a camminare lo facevi solo per il gusto di goderti ogni passo ed ogni istante.” Il saggio vietnamita individuava nel ritorno al presente, al qui e ora, lo strumento per recuperare la serenità calmare rabbia, paure e agitazione. Ecco una prospettiva differente da cui guardare ai grandi benefici della camminata.

Un’ indagine dell’Università di Tokyo è andata oltre evidenziando, per esempio, che l’andatura delle donne con passo esitante sembrerebbe essere correlato ad un maggior rischio potenziale di molestie. Incedere con la testa bassa e passi brevi, piuttosto che con un portamento del capo eretto ed una certa ampiezza della falcata ha un differente significato nella comunicazione non verbale. Osservare la dinamica e la postura degli individui è un indizio rivelatore di certe loro attitudini o fragilità.

In una ricerca riportata sulla rivista “Sensors”, analizzando gli schemi di molte camminate, si è scoperto curiosamente che alcuni giovani si muoverebbero esattamente come fanno gli anziani. Attraverso marcatori e sensori sono state studiate le curve e le dinamiche del corpo in toto e dei segmenti articolari coinvolti. Traiettorie più ampie e movimenti più cauti accomunerebbero individui di una certa età e quelli che soffrono di disturbi d’ansia. Nell’analisi del cammino sono stati presi in considerazione alcuni parametri quali gli angoli delle sterzate, i movimenti delle braccia, del collo e del tratto lombare sia in rotazione che sul piano sagittale. Ne è emerso che, per esempio, spostamenti del collo in una direzione sono maggiori che le oscillazioni in su e giù, il che suggerisce sicuramente una ridotta fluidità del tono muscolare in questo tratto. Per i destrimani si sono registrate flessioni del busto più verso sinistra ed in generale un aumento del raggio di azione in avanti/dietro e da destra a sinistra. Per gli arti inferiori, analogamente a ciò che avviene per gli anziani, i movimenti delle persone insicure risultano assai limitati. Per il mantenimento dell’equilibrio analogamente i due gruppi dello studio hanno mostrato minor elaborazione visiva delle variazioni della superficie d’appoggio, un aumento della eccitazione neuro fisiologica e un maggior impiego di energia muscolare per produrre lo stesso avanzamento rispetto al campione di controllo.

Da questo studio americano ed egiziano si può concludere che l’osservazione e l’analisi dell’andatura potrebbe essere una spia di stati ansiogeni, un campanello di alcuni disagi psico-emotivi. Per questo sarebbe molto utile intervenire non solo sui possibili deficit fisici ma soprattutto fornendo all’individuo un supporto ampio e su più fronti.

L’approccio fisioterapico o di correzione biomeccanica, sembrerebbero solo parzialmente risolutivi. Oggi si fa largo l’ipotesi di un supporto olistico che tenga conto anche di tutte le implicazioni della postura e del portamento. Da parte del personale medico, attualmente, alcune perdite di equilibrio verrebbero già ricondotte a stati di instabilità emotiva e non necessariamente a deficit funzionali.

Camminare con l’intenzione di prendersi consapevolmente cura di sé, dedicando massima attenzione a questa pratica porta quindi straordinari benefici in modo trasversale. A livello fisico, mentale e spirituale essere costanti nella camminata consapevole è un primo prezioso suggerimento. Il benefit dei famosi 10.000 passi al giorno consigliati dall’OMS potrebbe essere ottenuto anche aumentando il numero durante i week end. Queste abitudini protratte nel tempo, diverrebbero un vero e proprio stile di vita che focalizzi l’attenzione al presente, al nostro corpo e all’ambiente. Raggiungere fluidità ed armonia, rispetto per sé e per ciò che ci circonda attraverso l’ascolto del corpo sarà un rimedio alla portata di tutti. Una volta modificati certi atteggiamenti scorretti anche attraverso la tecnica del Nordic Walking, lo step successivo sarebbe porre attenzione alla respirazione. In questo modo si otterrà anche una condizione di relax e calma per poter godere della bellezza fuori e dentro di noi.

Come abbiamo suggerito in precedenti articoli, immergersi nella natura, praticare lo Yoga, sono senza dubbio elementi fondamentali in questo percorso. Da questo momento abbiamo un motivo in più per scegliere di camminare. Il rilassamento fisico e mentale, in sintesi, può incidere sullo stile della camminata e sulla nostra quotidianità; un ritrovato stato di equilibrio generale può donare serenità e salute.

Allora, buona camminata a tutti.


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